venerdì 13 marzo 2009

"La scuola è primaria"


Sono un genitore di un bambino che frequenta la 2^ classe della scuola primaria "Carlo Goldoni" di SPINEA in provincia di VENEZIA.

Sono molto preoccupato per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso in giro, quale cittadino da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mio figlio. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta
FIRMA

Paolo Mattiuzzo



Provi Lei a spiegarmi..


Sono un genitore di una bambina che frequenta la 4a classe della scuola primaria Don Bosco di Mestrino in provincia di Padova
Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento presa in giro, quale cittadina da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia figlia. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta
Paola Bevilacqua



Siamo indignati e delusi: a casa nostra non risparmiamo MAI sul futuro dei nostri figli


Sono il genitore di un bambino che frequenta la 2^ classe della scuola
primaria Goldoni di Spinea in provincia di Venezia

Sono molto preoccupata/o per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi
su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le
altre componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE:
i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola,
insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento
preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza
esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno
come solo obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più
evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia
qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro
confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale
dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti
interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola
primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di
far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo
non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono
anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di
apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il
rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo
un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e
di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli;
dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare
l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il
successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle
cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei
nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della
scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste
scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta
FIRMA

LUCIA VECCIA


scuola


Sono una cittadina di Bagheria in provincia di Palermo, preoccupata per il
futuro della scuola pubblica del nostro paese!


Sono molto allarmata per ciò che sta colpendo la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su
questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno
passando
senza alcun confronto né con i cittadini, né con i genitori e gli
insegnanti
che vivono nella scuola.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i
provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti,
laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro,
quale
cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni
pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle
finanze.
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente
che
c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della
scuola
pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti
Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto.
Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere una scuola al passo
con
i tempi, capace di far crescere le nuove generazioni e di prepararle al
mondo
terribilmente complicato che si troveranno davanti. La scuola dove tempo
pieno
e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie,
ma
sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di
apprendimento
di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più
insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una
ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di
relazioni
e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la
possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni
del
territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità
di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel
futuro?
Come cittadina/o (e contribuente) mi indigno, perchè credo che la scuola
primaria sia il primo mattone del futuro del paese. Se vogliamo un futuro
migliore per tutti dobbiamo investire sulla scuola, come molti altri paesi
stanno facendo, e non indebolirla.
Sono quindi sicura che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola
pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono
un
investimento per il futuro del nostro paese
Rimango in attesa di una risposta
FIRMA

daniela di marco
----

Mi spieghi Lei...


Sono un genitore di due bambini, un maschietto e una femminuccia,
che frequentano la II e la IV classe della scuola primaria "A.Frank" di
Treviso in provincia di Treviso


Sono molto preoccupato per ciò che sta
colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra
concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà,
non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai
di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola,
insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso in
giro, quale cittadino da provvedimenti che, senza esplicite e valide
giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il
risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è
sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia
qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli
stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico,
che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere
rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che
funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere i miei figli. La scuola
dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di
tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei
tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il
rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un
problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una
pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le
compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi
provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia,
risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie e mai sul
futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per
la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che
queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in
attesa di una risposta
FIRMA
Agatino Marcellino