lunedì 9 marzo 2009

genitore preoccupato




Sono un genitore di una bambina che frequenta la seconda classe della scuola primaria G. Marconi di Sacile in provincia di PORDENONE.

Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!


Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.


Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.


Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.


Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?


Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.


Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.


Rimango in attesa di una risposta


Cristina Bottecchia


"LA SCUOLA E' PRIMARIA"










SONO UN GENITORE DI UN BAMBINO CHE FREQUENTA LA III CLASSE DELLA SCUOLA PRIMARIA "ANNA FRANK" DI NOVENTANA (PD).

SONO MOLTO PREOCCUPATA PER CIO' CHE STA'COLPENDO LA SCUOLA!


MENTRE IL DIBATTITO PUBBLICO SUI TEMI DELLA SCUOLA SEMBRA CONCENTRARSI SU QUESTIONI BANALI E SECONDARIE,BEN ALTRI SONO I CAMBIAMENTI CHE STANNO PASSANDO,SENZA ALCUN CONFRONTO NE' CON NOI GENITORI,NE' CON LE ALTRE COMPONENTI DELLA SCUOLA.


GIA' DA TEMPO HO CAPITO CHE LA "RIFORMA" IN REALTA',NON SI PREOCCUPA DI METTERE(GRMBIULINI,DISCIPLINA O QUANT'ALTRO)MA SEMMAI DI TOGLIERE:I PROVVEDIMENTI INTRAPRESI IN QUESTI MESI TOLGONO TEMPO-SCUOLA,INSEGNANTI,LABORATORI,OPPORTUNITA', SCUOLE. SU MOLTI PUNTI MI SENTO PRESA IN GIRO,QUALE CITTADINO DA PROVVEDIMENTI CHE,SENZA ESPLICITE E VALIDE GIUSTIFICAZIONI PEDAGOGICHE O DIDATTICHE,HANNO COME SOLO OBIETTIVO IL RISPARMIO DELLE FINANZE.


PER QUANTO SI VOGLIA ANCORA SOSTENERE IL CONTRARIO,E' SEMPRE PIU' EVIDENTE CHE C'E' UN DISEGNO DI IMPOVERIMENTO SIA QUANTITATIVO SIA QUALITATIVO DELLA SCUOLA PUBBLICA DEL NOSTRO PAESE,PERALTRO CONFERMATO DAGLI STESSI DIRIGENTI SCOLASTICI E DAL DIRETTORE GENERALE DELL'UFFICIO SCOLASTICO DEL VENETO,CHE HO AVUTO MODO DI SENTIRE IN RECENTI INTERVENTI PUBBLICI.


SENTO UN DOVERE RIMANERE IN PRIMA LINEA NEL DIFENDERE LA SCUOLA PRIMARIA CHE CONOSCO E CHE FUNZIONA,AL PASSO CON I TEMPI,CAPACE DI FAR CRESCERE MIO FIGLIO. LA SCUOLA DOVE TEMPO PIENO E TEMPO LUNGO NON SONO SOLO UNA RISPOSTA ALLE ESEIGENZE DI TANTE FAMIGLIE,MA SONO ANCHE LA SCUOLA DEI TEMPI DISTESI,DEL RISPETTO DEI TEMPI DI APPRENDIMENTO DI TUTTE LE BAMBINE E DI TUTTI I BAMBINI;DOVE IL RAPPORTO CON "PIU' INSEGNANTI",E NON IL "MAESTRO UNICO",NON E' CERTO UN PROBLEMA MA UNA RICCHEZZA,GARANZIA DI UNA DIDATTICA COMPETENTE E DI UNA PLURALITA' DI RELAZIONI E DI CRESCITA SOCIALE DEI NOSTRI FIGLI;DOVE LE COMPRESENZE DANNO LA POSSIBILITA' ALLE SCUOLA DI ADATTARE L'ORGANIZZAZIONE AGLI SPECIFICI BISOGNI DEL TERRITORIO E FAVORIRE IL SUCCESSO SCOLASTICO DI TUTTI GLI ALUNNI.


PER QUESTO CONTINUO A NON CAPIRE IL NESSO"PIU' TAGLI UGUALE MAGGIORE QUALITA'".

LA SCUOLA CHE ANDAVA BENE 30 ANNI FA NON REGGE ALLE SFIDE E ALLE COMPLESSITA' DI OGGI!

QUALI SARANNO I COSTI SOCIALI E CULTURALI DI QUESTI PROVVEDIMENTI NEL FUTURO?


COME GENITORE MI INDIGNO,PERCHE', A CASA MIA RISPARMIAMO PRIMA SULLE COSE SUPERFLUE,POI SULLE COSE NECESSARIE.... E MAI SUL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI.


SONO QUINDI SICURA CHE ANCHE LEI VORRA' BATTERSI PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA,OPPURE PROVI LEI A SPIEGARMI E CONVINCERMI CHE QUESTE SONO UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI.


RIMANGO IN ATTESA DI UNA RISPOSTA.



OMIZZOLO ROSSELLA








"Provi lei a spiegarmi"




Sono una insegnante di scuola primaria di Vicenza, insegno da 26 anni, nella mia scuola il modello orario è di 30 ore più 3 ore di servizio mensa, l'area prioritaria del mio insegnamento è l'area scientifico-matematica.


In tutti questi anni di servizio mi sono auto-aggiornata, ho letto, ho frequentato corsi di formazione, mi sono appassionata a queste discipline che ora sento di padroneggiare e di riuscire ad insegnare con professionalità didattica e metodologica.


Perché tutta questa mia ricchezza dal prossimo anno scolastico non verrà più salvaguardata? Perché, nel giro di pochi mesi, dovrò diventare un'insegnante che da solo, o supportato con forme residuali, si farà carico dell'insegnamento di 12 discipline (tante, le conti, sono quelle indicate negli ultimi riferimenti programmatici) che richiedono, visti anche gli attuali riferimenti curricolari, professionalità e competenze differenziate?
Perché dovrei rinunciare alla condivisione con altri colleghi e alla collegialità, alla co-responsabilità formativa, didattica e valutativa degli apprendimenti degli alunni?


È veramente difficile pensare che un unico insegnante, solo, possa farsi carico della gestione di sempre più alunni in classe, con esigenze differenziate e diverse modalità di apprendimento.
In quale modo potrò dedicare del tempo prezioso ai miei alunni con bisogni di apprendimento e relazionali specifici ed individuali? Come potrò ancora personalizzare l'intervento didattico e la proposta formativa in base alle singole necessità? Come riuscirò a salvaguardare il successo formativo di ogni alunno valorizzando i talenti, le specificità, i meriti?


Mi creda, non trovo alcun fondamento formativo, pedagogico o didattico a giustificazione di questo disegno riformatore. Le tesi fino ad ora portate a sostegno sono deboli, nessun noto pedagogista le avalla, colpiscono invece un modello di scuola che ben risponde alle prove internazionali (IEA PIRLS 2006 e TIMMS2007) e alla soddisfazione delle famiglie.
Professionalmente mi sento di non poter rimanere zitta e piegarmi a una serie di cambiamenti che finora nessuno è riuscito a motivarmi come didatticamente ed educativamente coerenti, né dalla parte dell'insegnamento e dell'apprendimento.


La prego, provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro e per una scuola di qualità e non uno svuotamento culturale e pedagogico finalizzato unicamente ad un miope risparmio.


Rimango in attesa di una risposta
Paola Beltrame




Sono preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!









Sono un genitore di una bambina che frequenta la II classe della scuola dell'infanzia Tommaseo 1 di Venezia


Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!


Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.


Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.


Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.


Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?


Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.


Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.


Rimango in attesa di una risposta


Elena Tagliapietra













”Provi lei a spiegarmi”

Sono una insegnante di scuola primaria di Roncade, in provincia di Treviso.

In tutti questi anni di servizio mi sono auto-aggiornata, ho letto, ho
frequentato corsi di formazione, mi sono appassionata alle varie discipline
insegnate che ora sento di padroneggiare e di riuscire ad insegnare con
professionalità didattica e metodologica.

Perché tutta questa mia ricchezza dal prossimo anno scolastico non verrà più
salvaguardata? Perché, nel giro di pochi mesi, dovrò diventare un'insegnante
che da solo, o supportato con forme residuali, si farà carico dell'insegnamento
di 12 discipline (tante, le conti, sono quelle indicate negli ultimi
riferimenti programmatici) che richiedono, visti anche gli attuali riferimenti
curricolari, professionalità e competenze differenziate?
Perché dovrei rinunciare alla condivisione con altri colleghi e alla
collegialità, alla co-responsabilità formativa, didattica e valutativa degli
apprendimenti degli alunni?

È veramente difficile pensare che un unico insegnante, solo, possa farsi
carico della gestione di sempre più alunni in classe, con esigenze
differenziate e diverse modalità di apprendimento.
In quale modo potrò dedicare del tempo prezioso ai miei alunni con bisogni di
apprendimento e relazionali specifici ed individuali? Come potrò ancora
personalizzare l'intervento didattico e la proposta formativa in base alle
singole necessità? Come riuscirò a salvaguardare il successo formativo di ogni
alunno valorizzando i talenti, le specificità, i meriti?

Mi creda, non trovo alcun fondamento formativo, pedagogico o didattico a
giustificazione di questo disegno riformatore. Le tesi fino ad ora portate a
sostegno sono deboli, nessun noto pedagogista le avalla, colpiscono invece un
modello di scuola che ben risponde alle prove internazionali (IEA PIRLS 2006 e
TIMMS2007) e alla soddisfazione delle famiglie.
Professionalmente mi sento di non poter rimanere zitta e piegarmi a una serie
di cambiamenti che finora nessuno è riuscito a motivarmi come didatticamente ed
educativamente coerenti, né dalla parte dell'insegnamento e dell'
apprendimento.

La prego, provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un
investimento per il futuro e per una scuola di qualità e non uno svuotamento
culturale e pedagogico finalizzato unicamente ad un miope risparmio.

Rimango in attesa di una risposta


Francesca D'Aversa

richiesta spiegazioni

Sono un cittadino di Padova, preoccupato per il futuro della scuola pubblica del nostro paese!
Sono molto allarmato per ciò che sta colpendo la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando senza alcun confronto né con i cittadini, né con i genitori e gli insegnanti che vivono nella scuola.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant´altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c´è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell´Ufficio Scolastico del Veneto.
Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere una scuola al passo con i tempi, capace di far crescere le nuove generazioni e di prepararle al mondo terribilmente complicato che si troveranno davanti. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l´organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?
Come cittadino (e contribuente) mi indigno, perchè credo che la scuola primaria sia il primo mattone del futuro del paese. Se vogliamo un futuro migliore per tutti dobbiamo investire sulla scuola, come molti altri paesi stanno facendo, e non indebolirla.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro del nostro paese
Rimango in attesa di una risposta

Manuel Szathvary

Provi lei a spiegarmi!

Sono un cittadino di Padova, preoccupato per il futuro della scuola
pubblica del nostro paese!
Sono molto allarmato per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi
su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando senza alcun confronto né con i cittadini, né con i
genitori e gli insegnanti che vivono nella scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE:
i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola,
insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento
preso in giro, quale cittadino da provvedimenti che, senza esplicite e
valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo
obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più
evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia
qualitativo della scuola pubblica del nostro paese.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere una scuola al
passo con i tempi, capace di far crescere le nuove generazioni e di
prepararle al mondo terribilmente complicato che si troveranno
davanti. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una
risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei
tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le
bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e
non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza,
garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e
di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la
possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici
bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".

La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!

Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?
Come cittadino mi indigno, perchè credo che la scuola primaria sia il
primo mattone del futuro del paese. Se vogliamo un futuro migliore per
tutti dobbiamo investire sulla scuola, come molti altri paesi stanno
facendo, e non indebolirla.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della
scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste
scelte sono un investimento per il futuro del nostro paese

Rimango in attesa di una risposta

Dino Pinelli

PROVI LEI A SPIEGARMI!

Sono mamma di 3 figlie che frequentano la scuola primaria e secondaria di
primo grado dell' Ist. Comp.12 Golosine di Verona.
Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali
e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza
alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si
preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai
di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-
scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi
sento presa in giro, quale cittadina, da provvedimenti che, senza
esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come
solo obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di
impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica
del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici
e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di
sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che
funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere le mie figlie.
La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta
alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi
distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e
di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il
"maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di
una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita
sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle
scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del
territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicura che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure
provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta.

Vecchini Arianna

"A casa mia non si taglia sul futuro dei figli”


Sono un genitore di una/un bambina/o che frequenta scuola primaria.

Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!


Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.


Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.


Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.


Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?


Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.


Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.


Rimango in attesa di una risposta
TERESA GALLO

non si taglia sul futuro dei bambini!



Sono la mamma di una bambina che frequenta la terza classe della scuola primaria Diego Valeri di Padova.
Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!


Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.


Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento presa in giro, quale cittadina da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.


Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia figlia. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.


Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?


Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.


Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.


Rimango in attesa di una risposta

Andreina Redetti

La prego, provi Lei a spiegarmi...

Sono una cittadina di Verona, preoccupata per il futuro della scuola
pubblica del nostro paese!

Sono molto allarmata per ciò che sta
colpendo la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola
sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i
cambiamenti che stanno passando senza alcun confronto né con i
cittadini, né con i genitori e gli insegnanti che vivono nella scuola.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE:
i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola,
insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento
preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza
esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come
solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora
sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di
impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica
del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici
e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto.
Sento un
dovere rimanere in prima linea nel difendere una scuola al passo con i
tempi, capace di far crescere le nuove generazioni e di prepararle al
mondo terribilmente complicato che si troveranno davanti. La scuola
dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze
di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del
rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i
bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro"
unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una
didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita
sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle
scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del
territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.
Per
questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e
alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di
questi provvedimenti nel futuro?
Come cittadina/o (e contribuente) mi
indigno, perchè credo che la scuola primaria sia il primo mattone del
futuro del paese. Se vogliamo un futuro migliore per tutti dobbiamo
investire sulla scuola, come molti altri paesi stanno facendo, e non
indebolirla.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la
difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e
convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro del
nostro paese
Rimango in attesa di una risposta

Manuela Andreoli

Provi lei a spiegarmi...


Sono un genitore di un bambino che frequenta la II classe della scuola primaria "M. D'Azeglio" di Verona


Sono molto preoccupato per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.


Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso in giro, quale cittadino da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.


Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mio figlio. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.


Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?


Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.


Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.


Rimango in attesa di una risposta


Vincenzo Laschera

Perche' togliere risorse al futuro dei nostri figli?

Sono un genitore di un bambino che frequenta la classe quinta della scuola
primaria J. Tintoretto di Mestre (Venezia) e di una bambina che iniziera'
a frequentare la stessa scuola nell'anno scolastico 2010-11.

Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su
questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno
passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini - di cui fanno uso già da anni gli alunni della scuoa
di mio figlio! - , disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i
provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti,
laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento presa in giro,
quale cittadina da provvedimenti che, senza esplicite e valide
giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il
risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente
che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della
scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi
Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che
ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria
che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere i
miei figli. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una
risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei
tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine
e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il
"maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di
una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita
sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle
scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio
e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose
superflue, poi sulle cose necessarie, mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola
pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte
sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta

Saluti

Anna Giraldo

per la scuola pubblica

Sono un genitore di un bambino che frequenta la 4^ classe della scuola primaria A. Gramsci di Garbagnate Milanese in provincia di Milano

Sono molto preoccupato per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.
Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.
Rimango in attesa di una risposta

La scuola è primaria!

Sono un genitore di una/un bambina/o che frequenta la 5 classe della
scuola primaria "Forcellini" di Padova in provincia di Padova.

Sono molto preoccupata/o per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su
questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno
passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i
provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti,
laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro,
quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide
giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il
risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente
che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della
scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi
Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che
ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria
che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere
mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una
risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei
tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine
e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il
"maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di
una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita
sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle
scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio
e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose
superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola
pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte
sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta
FIRMA
Ileana Fortuna

ciò che sta colpendo la scuola


Sono un genitore di due bambini che frequentano la seconda e la terza
classe della scuola primaria di Verona.

Sono molto preoccupata/o per ciò che sta colpendo la scuola!


Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su
questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno
passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola.


Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i
provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti,
laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro,
quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide
giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il
risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente
che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della
scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi
Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che
ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.


Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria
che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere
mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una
risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi
distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di
tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro"
unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica
competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri
figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare
l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il
successo scolastico di tutti gli alunni.


Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel
futuro?


Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose
superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.


Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola
pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono
un investimento per il futuro dei nostri figli.


Rimango in attesa di una risposta

Daniela Perbellini

A casa mia non si taglia sul futuro dei figli





Sono un genitore di un bambino che frequenta la III^ classe della scuola primaria S. Girolamo (Plesso A.Manzoni) di Venezia.
Sono molto preoccupato per ciò che sta colpendo la scuola!


Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.


Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.


Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.


Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?


Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.


Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.


Rimango in attesa di una risposta


Roberto Longo


(Presidente del Consiglio di Circolo S.Girolamo)

i tagli dovrebbero essere fatti in altri settori non in quelli dove le cose vanno bene e ci fanno sentire tutti uguali. Noi speriamo nella scuola pubblica. NON DELUDETECI !!!




Sono un genitore di un bambino che frequenta la II A classe della scuola primaria PERTINI di VERONA in provincia di VERONA, di una bambina che frequenta il primo anno di scuola dell'infazia L'aquilone e di una ragazzina che l'anno prossimo inizierà la scuola media.

Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!



Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.



Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.



Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.



Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.



Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?



Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.



Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.



Rimango in attesa di una risposta
Menegoi Licia