Siamo i genitori di una bambina che frequenterà dal prossimo settembre 2009 la prima classe della scuola primaria Damiano Chiesa di Cascine del Riccio- Firenze
Siamo molto preoccupati per ciò che sta colpendo la scuola!Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza lasciar spazio alcuno al confronto con noi genitori e con le altre realtà e componenti della scuola.Già da tempo abbiamo capito che la “riforma” in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant’altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, uscite didattiche, opportunità, scuole. Su molti punti ci sentiamo presi in giro, in qualità di cittadini, da provvedimenti che senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come unico e prioritario obiettivo il risparmio economico.Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c’è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico del Veneto, che abbiamo avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.Sentiamo come nostro dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola pubblica primaria che conosciamo, che funziona, che è al passo con i tempi e sarebbe capace di far crescere nostra figlia. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con “più insegnanti” (non col “maestro unico”) non è certo un problema o una complicanza, ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l’organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.Per questo continuamo a non capire il senso ed il nesso logico: “più tagli uguale maggiore qualità”…La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?Come genitori ci indignamo, perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e non lo faremmo mai sul futuro dei nostri figli.Siamo quindi sicuri che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarci e convincerci che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli, perchè noi non lo crediamo. Rimaniamo in attesa di una risposta FIRMA Miriam Curatolo e Nicola Novelli