Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Ministro
Mariastella Gelmini
Viale Trastevere, 76/A - 00153 ROMA
Direttore
Generale: Dott. MARIO GIACOMO DUTTO
Al Direttore Generale
USR -
Ufficio Scolastico Regionale (MIUR)
All'Assessore Regionale alle
Politiche dell'Istruzione e della Formazione
P.C. al Comitato genitori
e insegnanti per la scuola pubblica
"Provi lei a spiegarmi"
Sono un
genitore di due ragazzi che hanno frequentato la scuola primaria
pubblica nel comune di Verona. Sono anche (spero) un futuro nonno.
Svolgo la professione di medico e tra i miei pazienti ho parecchi
bambini. Per tutti questi motivi ho toccato con mano l'importanza della
scuola non solo per la formazione e il futuro dei nostri bambini, ma
anche il ruolo formidabile che l'istituzione scolastica può giocare per
la salute e la felicità dei piccoli.
Sono molto preoccupato/a per ciò
che sta colpendo la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi
della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben
altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né
con i genitori, né con le altre componenti della scuola e della
società.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si
preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai
di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-
scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi
sento preso in giro, quale cittadino, da provvedimenti che, senza
esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come
solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora
sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di
impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica
del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici
e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che ho
avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.
Sento un dovere
rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e
che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere i figli di
tutti. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una
risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei
tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le
bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e
non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza,
garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e
di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la
possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici
bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale
maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle
sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e
culturali di questi provvedimenti nel futuro?
Come genitore e come
professionista della salute mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo
prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul
futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà
battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a
spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il
futuro dei nostri figli.
Rimango in attesa di una risposta
Dott.
Paolo Pigozzi - Verona
Ministro
Mariastella Gelmini
Viale Trastevere, 76/A - 00153 ROMA
Direttore
Generale: Dott. MARIO GIACOMO DUTTO
Al Direttore Generale
USR -
Ufficio Scolastico Regionale (MIUR)
All'Assessore Regionale alle
Politiche dell'Istruzione e della Formazione
P.C. al Comitato genitori
e insegnanti per la scuola pubblica
"Provi lei a spiegarmi"
Sono un
genitore di due ragazzi che hanno frequentato la scuola primaria
pubblica nel comune di Verona. Sono anche (spero) un futuro nonno.
Svolgo la professione di medico e tra i miei pazienti ho parecchi
bambini. Per tutti questi motivi ho toccato con mano l'importanza della
scuola non solo per la formazione e il futuro dei nostri bambini, ma
anche il ruolo formidabile che l'istituzione scolastica può giocare per
la salute e la felicità dei piccoli.
Sono molto preoccupato/a per ciò
che sta colpendo la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi
della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben
altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né
con i genitori, né con le altre componenti della scuola e della
società.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si
preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai
di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-
scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi
sento preso in giro, quale cittadino, da provvedimenti che, senza
esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come
solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora
sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di
impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica
del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici
e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che ho
avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.
Sento un dovere
rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e
che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere i figli di
tutti. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una
risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei
tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le
bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e
non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza,
garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e
di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la
possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici
bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale
maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle
sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e
culturali di questi provvedimenti nel futuro?
Come genitore e come
professionista della salute mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo
prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul
futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà
battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a
spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il
futuro dei nostri figli.
Rimango in attesa di una risposta
Dott.
Paolo Pigozzi - Verona