lunedì 23 marzo 2009

caro Ministro, ci spieghi Lei...




Siamo i genitori di un bambino che frequenta la IV classe della scuola primaria "E. De Amicis" di Abano Terme in provincia di Padova.



Siamo molto preoccupati per ciò che sta colpendo la scuola!


Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.


Già da tempo abbiamo capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti ci sentiamo presi in giro, quali cittadini, da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che abbiamo avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici qui ad Abano e a Padova.


Sentiamo come nostro dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosciamo e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere nostro figlio. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.


Per questo continuiamo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?


Come genitori ci indigniamo, perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.


Siamo quindi sicuri che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarci e convincerci che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli. Provi Lei a spiegarci come è possibile che togliendo personale e ore si possa fare più scuola, e migliore.


Rimaniamo in attesa di una risposta.


Monica e Simone Bianco