giovedì 12 marzo 2009

A casa mia non si taglia sul futuro dei figli



"Provi lei a spiegarmi"

Sono la mamma di una bambina che frequenta la seconda classe della scuola primaria M.D'Azeglio di Verona.
Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri
sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre

componenti della scuola.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE
(grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE:

i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola,
insegnanti, laboratori, opportunità, scuole.

Su molti punti mi sento presa in giro, quale cittadina da provvedimenti che, senza
esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche
, hanno come
solo obiettivo il risparmio delle finanze (ma qui urge una domanda: come mai da questi tagli non vengono

minimamente toccati gli "insegnanti" di religione? per loro i soldi ci sono...eppure è personale che non ha

superato alcun concorso pubblico, selezionato unicamente da un'entità che in questo Paese ha un potere enorme, ma

pagati con soldi statali!!!!!!).
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che

c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica
del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici
e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di
sentire in recenti interventi pubblici.
Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco

e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mia figlia.
La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta
alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi
distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e
di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il
"maestro unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di
una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita
sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle
scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del
territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Dove andranno a finire le uscite didattiche? come si farà a partecipare a progetti molto importanti e significativi

quali quelli europei (es. Socrates_Comenius)? e i laboratori?
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e
alle complessità di oggi!

Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro? Quanti studenti pagheranno

in dispersione scolastica queste scelte unicamente dettate da esigenze di risparmio economico?
Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue,

poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicura che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure
provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una cortese risposta.


In fede.

Rosa Lovati