martedì 17 marzo 2009

Sono un insegnante di scuola secondaria di primo grado di Omegna, in provincia di VB

Sono un insegnante di scuola secondaria di primo grado di Omegna, in provincia di VB, insegno da 33 anni, nella mia scuola il modello orario prevalente è a 33 ore, io insegno tecnologia e informatica. Sono sulla soglia della pensione, avendo io fatto domanda di pensionamento il 10 settembre 2008.

In tutti questi anni di servizio mi sono auto-aggiornato, ho letto, ho frequentato corsi di formazione, mi sono appassionato a queste discipline che ora sento di padroneggiare e di riuscire ad insegnare con professionalità didattica e metodologica.

Perché tutta questa ricchezza dal prossimo anno scolastico non verrà più salvaguardata a causa della riduzione a 2 ore sulle 29 previste per la scuola media? Perché la genialità del ministero non ha tenuto conto che sono i fenomeni tecnologici che fanno girare il mondo? Perché andare in controtendenza aumentando le ore di insegnamento dell'informatica e della tecnologia? Perché tagliare, tagliare, tagliare, tagliare, tagliare …. quando nel mondo, per superare la crisi internazionale, i GOVERNI ILLUMINATI aumentano gli investimenti nel settore dell'Istruzione (anche in Svezia dove è in carica un Governo di destra)?
In quale modo i miei colleghi che resteranno in servizio (ammesso e non concesso che io verrò sostituita, visto che il presidente del consiglio dell'attuale compagine governativa ha dichiarato di non garantire il turn-over) potranno sviluppare un programma minimamente decente avendo a disposizione solo 33 ore (una alla settimana) per l'insegnamento delle basi e il potenziamento delle conoscenze nel campo dell'informatica e 33 per un avviamento minimo all'analisi dei fenomeni tecnologici, della progettazione, della complessità degli ambienti di lavoro?

Mi creda, non trovo alcun fondamento formativo, pedagogico o didattico a giustificazione il suo disegno riformatore.

Le tesi che le fanno sostenere i suoi suggeritori (perché non credo che la sua giovane età e la sua formazione professionale siano tali da poterle garantire conoscenze nell'ambito del ministero che lei ha accettato di reggere) sono deboli, nessun noto pedagogista le avalla, colpiscono invece modelli di scuola che ben risponde alle prove internazionali (IEA PIRLS 2006 e TIMMS2007) e alla soddisfazione delle famiglie.
Professionalmente mi sento di non poter rimanere zitto e piegarmi a una serie di cambiamenti che finora nessuno è riuscito a motiva e come didatticamente ed educativamente coerenti, né dalla parte dell'insegnamento e dell'apprendimento.

La prego, provi lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro e per una scuola di qualità e non uno svuotamento culturale e pedagogico finalizzato unicamente ad un miope risparmio.

Rimango in attesa di una risposta
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Pietro Fortis