martedì 17 marzo 2009

W la scuola, futuro dei nostri figli

Sono un genitore di un bambino che frequenta la 2 classe della scuola primaria Grimm di Spinea in provincia di VE.

Sono molto preoccupato per
ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della
scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i
cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né
con le altre componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma"
in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro)
ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-
scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento
preso in giro, quale cittadino da provvedimenti che, senza esplicite e valide
giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il
risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è
sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia
qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli
stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico,
che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere
rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che
funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mio figlio. La scuola
dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di
tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei
tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il
rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un
problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una
pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le
compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi
provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia,
risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul
futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per
la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che
queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in
attesa di una risposta
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Antonello Sandro