Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Al Direttore Generale All'Assessore Regionale alle Politiche dell'Istruzione e della Formazione P.C. al Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica Sono un cittadino di Padova, Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con i genitori, né con le altre componenti della scuola. Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze. Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici. Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere igli studenti. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni. Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità". Come cittadino mi indigno, perché penso che si debba risparmiare prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro del Paese. Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli. Rimango in attesa di una rispostaBruno Cozzi |