Siamo i genitori di un bambino che frequenta la 2^ classe della scuola primaria AMERIGO VESPUCCI di CAMPOCROCE di Mogliano Veneto provincia di TREVISO.
Siamo molto preoccupati per ciò che sta colpendo la scuola specie dopo questo 27/2.
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.
Sentiamo un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mio figlio.
La scuola dove tempo pieno non è solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma è anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni/e.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?
Come genitori ci indignamo, perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie …
e mai sul futuro di nostro figlio.
Siamo quindi sicuri che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarci e convincerci che queste scelte sono un investimento per il futuro di nostro figlio.
Rimaniamo in attesa di una risposta
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Sonia Benetton
Pietro Valli