martedì 3 marzo 2009

Sono un' insegnante di scuola primaria di Cornegliana

Sono un' insegnante di scuola primaria di Cornegliana., in provincia di
Padova., insegno da circa 9 anni, nella mia scuola il modello orario è a tempo
lungo, cioè 37 ore, le aree prioritarie del mio insegnamento sono l'area
antropologica e linguistica.


In tutti questi anni di servizio mi sono auto-aggiornata, ho letto, ho
frequentato corsi di formazione, mi sono appassionata a queste discipline che
ora sento di padroneggiare e di riuscire ad insegnare con professionalità
didattica e metodologica.

Perché tutta questa mia ricchezza dal prossimo anno scolastico non verrà più
salvaguardata? Perché, nel giro di pochi mesi, dovrò diventare un'insegnante
che da sola, o supportata con forme residuali, si farà carico dell'insegnamento
di 12 discipline (tante, le conti, sono quelle indicate negli ultimi
riferimenti programmatici) che richiedono, visti anche gli attuali riferimenti
curricolari, professionalità e competenze differenziate?
Perché dovrei rinunciare alla condivisione con altri colleghi e alla
collegialità, alla co-responsabilità formativa, didattica e valutativa degli
apprendimenti degli alunni?

È veramente difficile pensare che un unico insegnante, solo, possa farsi
carico della gestione di sempre più alunni in classe, con esigenze
differenziate e diverse modalità di apprendimento.
In quale modo potrò dedicare del tempo prezioso ai miei alunni con bisogni di
apprendimento e relazionali specifici ed individuali? Come potrò ancora
personalizzare l'intervento didattico e la proposta formativa in base alle
singole necessità? Come riuscirò a salvaguardare il successo formativo di ogni
alunno valorizzando i talenti, le specificità, i meriti?

Mi creda, non trovo alcun fondamento formativo, pedagogico o didattico a
giustificazione di questo disegno riformatore. Le tesi fino ad ora portate a
sostegno sono deboli, nessun noto pedagogista le avalla, colpiscono invece un
modello di scuola che ben risponde alle prove internazionali (IEA PIRLS 2006 e
TIMMS2007) e alla soddisfazione delle famiglie.
Professionalmente mi sento di non poter rimanere zitta e piegarmi a una serie
di cambiamenti che finora nessuno è riuscito a motivarmi come didatticamente ed
educativamente coerenti, né dalla parte dell'insegnamento e dell'
apprendimento.

La prego, provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un
investimento per il futuro e per una scuola di qualità e non uno svuotamento
culturale e pedagogico finalizzato unicamente ad un miope risparmio.



E poichè sono anche genitore di un bambino che frequenta la seconda
elementare, protesto anche per difendere la qualità dell'insegnamento
scolastico che vorrei fosse impartita a mio figlio.

Si ricordi che lei ha pubblicamente promesso che avreste potenziato il tempo
pieno: sia la scuola dove insegno sia, sia quella frequentata da mio figlio
sono a rischio di tagli di orario: oggi, 2 marzo 2009, non so ancora quali
orari avrà lui e quali avrò io, e sembra poco probabile,molto poco probabile,
questo fantomatico potenziamento a 40 ore.
Vedremo se manterrete le vostre promesse!


Rimango in attesa di una risposta

FIRMA Silvia Crippa