martedì 3 marzo 2009

³Provi lei a spiegarmi²

Sono un genitore di un bambino che frequenta la IV classe della scuola
primaria Arcobaleno di Padova.


Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su
questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno
passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la ³riforma² in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o altro) ma semmai di TOGLIERE: i
provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti,
laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento presa in giro,
quale cittadina da provvedimenti che, senza esplicite e valide
giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il
risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente
che c¹è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della
scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti
Scolastici e dal Direttore Generale dell¹Ufficio Scolastico del Veneto, che
ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che
conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere mio
figlio. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta
alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi,
del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i
bambini; dove il rapporto con ³più insegnanti², e non il ³maestro unico²,
non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica
competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri
figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare
l¹organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il
successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso ³più tagli uguale maggiore
qualità².
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità
di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel
futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose
superflue, poi sulle cose necessarieŠ e mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola
pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono
un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta.

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Marina Azzi