giovedì 5 marzo 2009

difesa della scuola

Sono un genitore di due bambini di cui uno il prossimo anno frequenterà la classe 3^della scuola primaria De Amicis di Padova.

Sono molto preoccupata e indignata per ciò che sta accadendo nella scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.

Già da tempo è chiaro che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole.

Come genitore e come cittadino, mi sento presa in giro dall'attuazione di provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario (peraltro senza riuscire mai ad apportare alcuna motivazione plausibile), è sempre più evidente che l'unico disegno che si va delineando è quello di un impoverimento sia quantitativo che qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato (anche se talvolta con colpevole ritardo) dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento il dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, che ritengo al passo con i tempi e capace di far crescere i miei figli.

Una scuola che è sicuramente migliorabile, ma attraverso il potenziamento delle risorse attuali e non mediante la riduzione dissennata di esse.

Una scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta importante alle esigenze lavorative di tante famiglie, ma sono anche il modo per garantire tempi distesi e per rispettare i tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini.

Una scuola dove il rapporto con "più insegnanti", e non con il "maestro" unico", non si configura certo come un problema ma al contrario come una ricchezza, e come garanzia di una didattica competente .

Una scuola dove le compresenze danno la possibilità ai singoli istituti di adattare l'organizzazione ai bisogni specifici del territorio e di favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure sarà in grado di spiegarmi e di convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta
Nicoletta Gambula