sabato 7 marzo 2009

Non capisco, per favore provi Lei a spiegarmi


Sono un genitore di una bambina che frequenta la prima classe della
scuola primaria G.Galilei di Isola Vicentina in provincia di Vicenza.


Sono molto preoccupato per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi
su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le
altre componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i
provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola,
insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento
preso in giro, quale cittadino da provvedimenti che, senza esplicite e
valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo
obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più
evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia
qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato
dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio
Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria
che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere
mia figlia. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una
risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei
tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le
bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e
non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza,
garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e
di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la
possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici
bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel
futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle
cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri
figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della
scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste
scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una risposta
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Umberto Menegollo