sabato 7 marzo 2009

quale futuro per la tecnologia?


Sono una/un insegnante di scuola secondaria di primo grado in provincia di Venezia e insegno da 23 anni educazione tecnica. In tutti questi anni di servizio mi sono auto-aggiornata, ho letto, ho frequentato corsi di formazione, mi sono appassionata a questa disciplina che ora sento di padroneggiare e di riuscire ad insegnare con professionalità didattica e metodologica.
In questo momento sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola, in particolare per la penalizzazione dell'EDUCAZIONE TECNICA e dell'INFORMATICA.
Con il dl 59/2004 (legge Moratti) e il successivo d.l. 226/05 (art. 25), abbiamo avuto il primo attacco al curricolo scolastico, in quanto l'inserimento di una seconda lingua comunitaria per due ore settimanali, NON accompagnato da un corrispondente incremento orario, ma da una riduzione da 30 a 29 ore, ha cancellato di fatto tre ore ad altre discipline: due ad italiano-storia-geografia ed una a tecnologia. Si prevedeva però che ogni scuola mettesse a disposizione delle famiglie attività opzionali facoltative, permettendo così di conservare l'integrità delle discipline penalizzate con l'introduzione di appositi laboratori.
Con la nuova normativa, questo non è più possibile, perchè gli schemi di regolamento attualmente approvati prevedono per la scuola media un orario settimanale di 30 ore senza più la possibilità di integrazione con i laboratori. Educazione Tecnica/Tecnologia, dalle tre ore di cattedra che da sempre ne hanno costituito la struttura, passa a definitive 2 ore, perdendo la terza ora riconquistata con i laboratori e che attualmente è spesso dedicata ad Informatica: una perdita secca del 33% per questa disciplina nata nel 1976 e troppe volte trattata come materia di secondo livello.
Gli insegnanti di Educazione Tecnica da sempre hanno curato e portato nella scuole italiane le nuove tecnologie, dall'uso del videoregistratore per montare filmati in VHS, all'introduzione nella scuola italiana dei primi computer. Da sempre hanno curato il rapporto della scuola con il mondo della produzione, offrendo opportunità di conoscere direttamente, con le visite di istruzione, gli impianti tecnologici, le fabbriche presenti sul territorio, le aziende artigianali ed industriali.

Nei laboratori di Educazione Tecnica si è sviluppato l'insegnamento fondato su progetti e problemi e si sono proposte attività operative anche molto innovative (già negli anni '80 alcuni insegnanti di Ed. Tecnica sperimentavano i pannelli solari termici e le prime celle fotovoltaiche).

L'insegnamento di tecnologia tocca temi molto complessi che attraversano tutti i settori della produzione, affronta problematiche molto attuali legate alla gestione dei rifiuti, alla produzione dell'energia e alla tutela dell'ambiente, sviluppa competenze nell'ambito dei linguaggi tecnologici come il disegno tecnico, la grafica, l'informatica....

Diminuendo l'orario con quanta superficialità dovremo trattare gli argomenti? Quale spazio rimarrà per attività operative e di ricerca/approfondimento? Come si potranno effettuare percorsi di recupero per i più svantaggiati? Come si riuscirà a trovare il tempo per l'informatica?
La prego, provi Lei a spiegarmi e convincermi che questa scelta è un investimento per il futuro e per una scuola di qualità e non uno svuotamento culturale e pedagogico finalizzato unicamente ad un miope risparmio.

Rimango in attesa di una risposta
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Miriam Silvestri