sabato 7 marzo 2009

Provi Lei a spiegarci....


Siamo i genitori di una bambina che frequenta la 2 classe della scuola
primaria XXXI Ottobre di S. Odorico in provincia di Pordenone

Siamo molto preoccupati per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su
questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno
passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti
della scuola.

Già da tempo abbiamo capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di
METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i
provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti,
laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti ci sentiamo presi in giro,
quale cittadini da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni
pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle
finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che
c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola
pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti
Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico, che abbiamo avuto
modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sentiamo un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria
che conosciamo e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere
nostra figlia. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una
risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi
distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti
i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico",
non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente
e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le
compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.

Per questo continuiamo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità
di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel
futuro?

Come genitori ci indignamo, perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle
cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.

Siamo quindi sicuri che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola
pubblica, oppure provi Lei a spiegarci e convincerci che queste scelte sono un
investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimaniamo in attesa di una risposta


Monica Gava
Bravin Mauro