venerdì 6 marzo 2009

Situazione scolastica - Richiesta di spiegazioni

Sono un genitore di un bambino che frequenta la 5^
classe della scuola primaria "Aldo Moro" di Garbagnate Milanese in provincia di
Milano, ne ho un altro in 3^ e a settembre mia figlia minore entrerà in 1^...
Pertanto capirete che sono davvero molto preoccupato per ciò che sta colpendo
la scuola!


Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra
concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola.

Il vero significato di "RIFORMA" è una nuova visione
della società e dei servizi alla base delle politiche sociali... Già da tempo
ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini,
disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in
questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole.
Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti
che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno
come solo obiettivo il risparmio delle finanze.


Per quanto si voglia ancora
sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di
impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro
paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore
Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti
interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la
scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far
crescere i miei figli.

La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo
una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi
distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti
i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico",
non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente
e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le
compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi
provvedimenti nel futuro?
Come genitore mi indigno, perché, a casa mia,
risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul
futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la
difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che
queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in
attesa di una risposta

Romeo Penzo