Sono un genitore di un bambino che frequenta la 5^
classe della scuola primaria "Aldo Moro" di Garbagnate Milanese in provincia di
Milano, ne ho un altro in 3^ e a settembre mia figlia minore entrerà in 1^...
Pertanto capirete che sono davvero molto preoccupato per ciò che sta colpendo
la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra
concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola.
Il vero significato di "RIFORMA" è una nuova visione
della società e dei servizi alla base delle politiche sociali... Già da tempo
ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini,
disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in
questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole.
Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti
che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno
come solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora
sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di
impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro
paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore
Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti
interventi pubblici.
Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la
scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far
crescere i miei figli.
La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo
una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi
distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti
i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico",
non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente
e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le
compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi
provvedimenti nel futuro?
Come genitore mi indigno, perché, a casa mia,
risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul
futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la
difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che
queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.
Rimango in
attesa di una risposta
Romeo Penzo
classe della scuola primaria "Aldo Moro" di Garbagnate Milanese in provincia di
Milano, ne ho un altro in 3^ e a settembre mia figlia minore entrerà in 1^...
Pertanto capirete che sono davvero molto preoccupato per ciò che sta colpendo
la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra
concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola.
Il vero significato di "RIFORMA" è una nuova visione
della società e dei servizi alla base delle politiche sociali... Già da tempo
ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini,
disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in
questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole.
Su molti punti mi sento preso/a in giro, quale cittadino/a da provvedimenti
che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno
come solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora
sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di
impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro
paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore
Generale dell'Ufficio Scolastico, che ho avuto modo di sentire in recenti
interventi pubblici.
Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la
scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far
crescere i miei figli.
La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo
una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi
distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti
i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico",
non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente
e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le
compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle
complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi
provvedimenti nel futuro?
Come genitore mi indigno, perché, a casa mia,
risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul
futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la
difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che
queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.
Rimango in
attesa di una risposta
Romeo Penzo