giovedì 26 febbraio 2009

lettera di protesta

Spett.
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Ministro Mariastella Gelmini Viale Trastevere, 76/A - 00153 ROMA
Direttore Generale: Dott. MARIO GIACOMO DUTTO

USRV - Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto (MIUR) Riva de Biasio S.Croce 1299 - 30135 Venezia Direttore Generale: dr.ssa Carmela Palumbo

Assessore alle Politiche dell'Istruzione e della Formazione Elena Donazzan Palazzo Balbi - Dorsoduro 3901 - 30123 Venezia

P.C. al Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica di Padova e Provincia

Sono un genitore di 2 bambini che frequentano la 1° e 3° classe della scuola primaria Falcone Borsellino di Albignasego (Padova), nonché di un bambino di 3 anni che frequesterà la classe prima nell'anno scolastico 2011/2012.

Sono molto preoccupato per ciò che sta colpendo la scuola!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso in giro, quale cittadino da provvedimenti che, senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere i miei figli. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Inoltre i bambini che adesso sono felici di stare dentro ad una scuola che li accoglie, li accudisce come persone prima che come scolari, come potranno cambiare di colpo il loro tempo scuola? Perché fare loro questa violenza?

Rimango in attesa di una risposta
Cordiali saluti.
Tomaso Canazza




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