Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Ministro Mariastella Gelmini
Viale Trastevere, 76/A - 00153 ROMA
Direttore Generale: Dott. MARIO GIACOMO DUTTO
USRV - Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto (MIUR)
Riva de Biasio S.Croce 1299 - 30135 Venezia
Direttore Generale: dr.ssa Carmela Palumbo
Assessore alle Politiche dell'Istruzione e della Formazione
Elena Donazzan
Palazzo Balbi - Dorsoduro 3901 - 30123 Venezia
P.C. al Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica
di Padova e Provincia
Siamo due genitori di una bambina che frequenta la prima classe della scuola
primaria Valeri di Padova e di un bambino che frequenta il primo anno di Scuola
dell'Infanzia Paritaria del medesimo quartiere
Siamo molto preoccupati per ciò che sta colpendo la scuola italiana!
In Europa "tutti i governi", di qualsiasi orientamento, vedono nell'
istruzione-formazione un settore strategico dove continuare ad investire per
consentire alle generazioni future di saper affrontare le varie situazioni che
la globalizzazione produce, dall'alta competitività alla necessità di sapersi
continuamente aggiornare e riciclare, indipendentemente che si tratti di
cervelli, tecnici, operai etc...
In Italia mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra
concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola; già da tempo abbiamo capito che la "riforma" in
realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma
semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-
scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti ci sentiamo
presi in giro, quali cittadini da provvedimenti che, senza esplicite e valide
giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il
risparmio delle finanze agendo sulla didattica, e quindi sull'istruzione e
sulla formazione dei nostri figli (allo stesso tempo in questo paese manteniamo
degli elevati costi di gestione dovuti sia ad uno pessimo stato dell'edilizia
della pubblica amministrazione, sia ad un eccessiva burocrazia, sia ad un costo
troppo elevato, per i risutati che produce, della politica. A proposito, come
mai in Finanziaria non si è accennato ad un piano per il raggiungimento della
media europea del finanziamento pubblico all'editoria? Non è vero forse che lo
stato dell'informazione italiana, secondo tutte le statistiche, è pessimo,
sicuramente molto peggiore della scuola primaria che invece ha livelli di
eccellenza? Perché continuare a finanziare così massicciamente con i nostri
soldi tante imprese private, molte delle quali migliorerebbero solo
collocandosi interamente nel mercato?)
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che
c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola
pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti
Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che
abbiamo avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.
Sentiamo un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria
che conosciamo e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere i
miei figli. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta
alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del
rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini;
dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo
un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una
pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le
compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.
Per questo continuiamo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità
di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel
futuro?
Come genitori ci indignamo, perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle
cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola
pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un
investimento per il futuro dei nostri figli.
Rimaniamo in attesa di una risposta
Daniele Scambia - Marta Capuzzo
Ministro Mariastella Gelmini
Viale Trastevere, 76/A - 00153 ROMA
Direttore Generale: Dott. MARIO GIACOMO DUTTO
USRV - Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto (MIUR)
Riva de Biasio S.Croce 1299 - 30135 Venezia
Direttore Generale: dr.ssa Carmela Palumbo
Assessore alle Politiche dell'Istruzione e della Formazione
Elena Donazzan
Palazzo Balbi - Dorsoduro 3901 - 30123 Venezia
P.C. al Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica
di Padova e Provincia
Siamo due genitori di una bambina che frequenta la prima classe della scuola
primaria Valeri di Padova e di un bambino che frequenta il primo anno di Scuola
dell'Infanzia Paritaria del medesimo quartiere
Siamo molto preoccupati per ciò che sta colpendo la scuola italiana!
In Europa "tutti i governi", di qualsiasi orientamento, vedono nell'
istruzione-formazione un settore strategico dove continuare ad investire per
consentire alle generazioni future di saper affrontare le varie situazioni che
la globalizzazione produce, dall'alta competitività alla necessità di sapersi
continuamente aggiornare e riciclare, indipendentemente che si tratti di
cervelli, tecnici, operai etc...
In Italia mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra
concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che
stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre
componenti della scuola; già da tempo abbiamo capito che la "riforma" in
realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma
semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-
scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti ci sentiamo
presi in giro, quali cittadini da provvedimenti che, senza esplicite e valide
giustificazioni pedagogiche o didattiche, hanno come solo obiettivo il
risparmio delle finanze agendo sulla didattica, e quindi sull'istruzione e
sulla formazione dei nostri figli (allo stesso tempo in questo paese manteniamo
degli elevati costi di gestione dovuti sia ad uno pessimo stato dell'edilizia
della pubblica amministrazione, sia ad un eccessiva burocrazia, sia ad un costo
troppo elevato, per i risutati che produce, della politica. A proposito, come
mai in Finanziaria non si è accennato ad un piano per il raggiungimento della
media europea del finanziamento pubblico all'editoria? Non è vero forse che lo
stato dell'informazione italiana, secondo tutte le statistiche, è pessimo,
sicuramente molto peggiore della scuola primaria che invece ha livelli di
eccellenza? Perché continuare a finanziare così massicciamente con i nostri
soldi tante imprese private, molte delle quali migliorerebbero solo
collocandosi interamente nel mercato?)
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che
c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola
pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti
Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che
abbiamo avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.
Sentiamo un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria
che conosciamo e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere i
miei figli. La scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta
alle esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del
rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini;
dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo
un problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica competente e di una
pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le
compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli
alunni.
Per questo continuiamo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore
qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità
di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel
futuro?
Come genitori ci indignamo, perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle
cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola
pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un
investimento per il futuro dei nostri figli.
Rimaniamo in attesa di una risposta
Daniele Scambia - Marta Capuzzo