giovedì 26 febbraio 2009

Vorrei una scuola di qualità

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Ministro Mariastella Gelmini
Viale Trastevere, 76/A - 00153 ROMA
Direttore Generale: Dott. MARIO GIACOMO DUTTO

Al Direttore Generale
USR - Ufficio Scolastico Regionale (MIUR)

All'Assessore Regionale alle Politiche dell'Istruzione e della Formazione

P.C. al Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica "Provi lei a spiegarmi"

Buon giorno,
sono la mamma di due bambini che, nel settembre 2009, frequenteranno la Prima e la Seconda classe della scuola primaria "San Girolamo" di Venezia, in provincia di Venezia

Scrivo alla vostra attenzione perché sono molto preoccupata per ciò che sta succedendo nella scuola pubblica!

Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun confronto né con noi genitori, né con le altre componenti della scuola.

Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro) ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole. Su molti punti mi sento presa in giro, quale cittadina, da provvedimenti che senza esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.

Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, che ho avuto modo di sentire in recenti interventi pubblici.

Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i tempi, capace di far crescere i miei figli. Una scuola dove tempo pieno e tempo lungo non sono SOLO una risposta alle esigenze di tante famiglie (pur importanti e imprenscindibili, soprattutto per le donne che lavorano!), ma sono anche la scuola dei tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con "più insegnanti", e non il "maestro" unico", è solo una grande ricchezza, una risorsa enorme, una garanzia di una didattica competente e di una pluralità di relazioni e di crescita sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli specifici bisogni del territorio e favorire il successo scolastico di tutti gli alunni.

Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi provvedimenti nel futuro?

Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie … e mai sul futuro dei nostri figli.

Sono quindi sicura che anche Lei vorrà battersi per la difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e convincermi che queste scelte sono un investimento per il futuro dei nostri figli.

Rimango in attesa di una Sua cortese risposta, grazie!
dott.ssa Sabrina Tripodi