Sono un genitore di un bambino che frequenta la V classe
della scuola primaria di via Gentilino a Milano e di un
altro bambino che frequenta la seconda classe della Scuola
Secondaria di via Tabacchi, a Milano
Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra
concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri
sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun
confronto né con noi genitori, né con le altre componenti
della scuola.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si
preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro)
ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi
mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori,
opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in
giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza
esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche,
hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre
più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia
quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del
nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti
Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico
del Veneto, che ho avuto modo di sentire in recenti
interventi pubblici.
Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la
scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i
tempi, capace di far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove
tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle
esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei
tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di
tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con
"più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un
problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica
competente e di una pluralità di relazioni e di crescita
sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la
possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo
scolastico di tutti gli alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale
maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e
alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi
provvedimenti nel futuro?
Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo
prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie . e
mai sul futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la
difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e
convincermi che queste scelte sono un investimento per il
futuro dei nostri figli.
Rimango in attesa di una risposta
Emanuela Duina
della scuola primaria di via Gentilino a Milano e di un
altro bambino che frequenta la seconda classe della Scuola
Secondaria di via Tabacchi, a Milano
Sono molto preoccupata per ciò che sta colpendo la scuola!
Mentre il dibattito pubblico sui temi della scuola sembra
concentrarsi su questioni banali e secondarie, ben altri
sono i cambiamenti che stanno passando, senza alcun
confronto né con noi genitori, né con le altre componenti
della scuola.
Già da tempo ho capito che la "riforma" in realtà, non si
preoccupa di METTERE (grembiulini, disciplina o quant'altro)
ma semmai di TOGLIERE: i provvedimenti intrapresi in questi
mesi tolgono tempo-scuola, insegnanti, laboratori,
opportunità, scuole. Su molti punti mi sento preso/a in
giro, quale cittadino/a da provvedimenti che, senza
esplicite e valide giustificazioni pedagogiche o didattiche,
hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze.
Per quanto si voglia ancora sostenere il contrario, è sempre
più evidente che c'è un disegno di impoverimento sia
quantitativo sia qualitativo della scuola pubblica del
nostro paese, peraltro confermato dagli stessi Dirigenti
Scolastici e dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico
del Veneto, che ho avuto modo di sentire in recenti
interventi pubblici.
Sento un dovere rimanere in prima linea nel difendere la
scuola primaria che conosco e che funziona, al passo con i
tempi, capace di far crescere mia/o figlia/o. La scuola dove
tempo pieno e tempo lungo non sono solo una risposta alle
esigenze di tante famiglie, ma sono anche la scuola dei
tempi distesi, del rispetto dei tempi di apprendimento di
tutte le bambine e di tutti i bambini; dove il rapporto con
"più insegnanti", e non il "maestro" unico", non è certo un
problema ma una ricchezza, garanzia di una didattica
competente e di una pluralità di relazioni e di crescita
sociale dei nostri figli; dove le compresenze danno la
possibilità alle scuole di adattare l'organizzazione agli
specifici bisogni del territorio e favorire il successo
scolastico di tutti gli alunni.
Per questo continuo a non capire il nesso "più tagli uguale
maggiore qualità".
La scuola che andava bene 30 anni fa non regge alle sfide e
alle complessità di oggi!
Quali saranno i costi sociali e culturali di questi
provvedimenti nel futuro?
Come genitore mi indigno, perché, a casa mia, risparmiamo
prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie . e
mai sul futuro dei nostri figli.
Sono quindi sicuro che anche Lei vorrà battersi per la
difesa della scuola pubblica, oppure provi Lei a spiegarmi e
convincermi che queste scelte sono un investimento per il
futuro dei nostri figli.
Rimango in attesa di una risposta
Emanuela Duina